NON DIRE UNA PAROLA CHE NON SIA D’AMORE

Il mio 2020 aveva una parola che mi faceva paura: Coraggio. Sapevo che era lei. Ho provato a sfuggirle, a tentarne altre, ma era proprio lei, coraggio, che mi sussurrava all’orecchio. Non potevo sapere quanto mi sarebbe stata di ispirazione, di appiglio, quanto sarebbe stata utile, necessaria quando non avrei saputo che strada prendere, quando volevo mollare, quando tutto è cambiato e cambiato e cambiato ancora.

Il 2020 non è stato un anno facile, per nessuno di noi. Eppure, sono nate nuove bambine e bambini, le persone si sono innamorate, non abbiamo smesso di sognare. Ci siamo tenuti vicini anche quando eravamo lontani – come siamo anche adesso. Ad Agosto ho camminato di notte per arrivare sul crinale di un monte, all’alba – insieme ad amici e a persone conosciute solo qualche giorno prima. Ad un certo punto volevo mollare, non ce la facevo puù, ero impaurita, stremata, stanca, eppure ho sentito quella voce – coraggio – che mi ha spinta a proseguire. Allora e solo allora, quando sono arrivata sul crinale, immersa nella luce oro dell’alba, con le eriche violette intorno e le tazze di caffè caldo dai thermos e i sorrisi, allora ho capito che Coraggio significa anche lasciar andare davvero, lasciar andare parti di noi che continuano ad essere le stesse quando invece bisogna cambiare, che si ostinano a fare fatica lì dove non c’è più bisogno, necessità, speranza.

Ho avuto coraggio di lasciare. Coraggio di studiare, e di prendere una qualifica che mi sta portando nuovi mondi lavorativi dove vado con il mio passo. Coraggio di ricucire. Di ritrovare. Di fare spazio nel mio cuore. Questo 2020 mi ha portato, nei suoi ultimi giorni, la Parola dell’anno 2021, proprio come fa il mare con le conchiglie sulla riva.

Era lì, la mia parola lucente, dolce e gentile. E’ QUIET, quiete. So che è lei. La riconosco e mi riconosco, nella direzione che voglio dare al mio lavoro online, nel mio scoprirmi Persona Altamente Sensibile (che vuol dire essere sensibili a certi stimoli ambientali, non c’entra nulla con la sensibilità di cuore). Questa parola mi promette tempo per me stessa, tempo per le persone care, per i miei progetti. Mi racconta di un tempo lento dove ho imparato a stare, grazie al 2020 ed ai suoi doni. Questa parola azzurra, QUIET, mi sta già facendo luce.

Credo che la Parola dell’Anno sia davvero uno strumento molto utile, necessario direi, per chi vorrebbe avere una bacchetta magica. O il famoso suggeritore di Amelie.

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