PERMETTERSI LA QUIETE

È domenica, e sono sprofondata in una poltrona intenta a leggere due libri: uno, della cui autrice mi sono innamorata, e che è “La cosa nella foresta” di Antonia Susan Blyatt; l’altro, le prime pagine di “La famiglia Aubrey” di Rebecca West. Mi alzo e vengo a scrivere qui, al mio pc, perché leggo questa frase: Mamma sollevò la teiera bruna e riempì di nuovo la propria tazza, proprio nelle prime pagine di questo secondo libro, che ho appena iniziato. Ho voglia di mettere per scritto la sensazione che provo quando incontro nei libri tè, bollitori, gatti, coperte patchwork, vestiti indiani o sentieri nel bosco, gocce di rugiada e vecchie che vivono nella casa al limitare dell’abitato. Mi ricordo la sensazione di benessere che mi dava, quando ero ragazzina, leggere la descrizione del piccolo appartamento di Polly, protagonista di “Una ragazza all’antica” di Louisa May Alcott. Libro che ho perduto, chissà dove, nei miei innumerevoli traslochi – comunque, Polly va a vivere in una piccola mansarda e ricordo benissimo che lì lei ha un bollitore, e leggere e rileggere le sue avventure, insieme a quelle delle mie altre eroine (prima tra tutte, Anne Shirley) mi donava una grandissima quiete.

Sono sempre stata una bambina calma. Troppo sensibile, dicevano. All’età di 3 anni già sapevo leggere: complice il mio adorato nonno, andato in pensione l’anno della mia nascita, che mi faceva giocare con cubi con sopra riportate le lettere dell’alfabeto. Chissà, se è stato per quello o perché avevo già così voglia di leggere, sebbene fossi così piccola.

Lucchio Alto, Bagni di Lucca

Leggere allora era il mio rifugio: passavo ore e ore immersa nei romanzi, non avrei saputo immaginare la mia vita senza i libri. Poi sono cresciuta, e attraversando la mia adolescenza ho dato spazio alla me ribelle, anticonvenzionale, curiosa e spigliata, dimenticandomi (o, forse, vergognandomi) della ragazzina timida, introversa e sognatrice che ero.

Ma era una fase, oppure ero ancora così?

Ieri, parlando con il mio compagno (lui è gioiosamente introverso) mi sono resa conto di quanto spesso, in passato, mi sia forzata alle situazioni molto sociali, per paura di non essere amata o inclusa o di perdermi qualcosa di importante. E quindi, giorno dopo giorno, ho trascurato quella ragazzina desiderosa di leggere, immaginare, immergersi in una solitudine proficua e nutriente.

Questo significa che io non sono una persona socievole? No. Non credo. Amo stare con le persone a me care, gli amici e le amiche, condividere, chiacchierare, collaborare. Ma tutto questo ha bisogno di essere compensato e riportato in equilibrio da quei momenti di quiete e ascolto e lentezza, fatti di gatti, bollitori, bosco, letture fantastiche, studio.

Rocca di Lucchio e io in mezzo ai ranuncoli

Eppure, quanto è difficile ascoltarmi. Forse accade anche a te, mi piacerebbe saperlo: quanto spesso siamo tirate fuori da noi stesse, lontane dalla nostra natura, per accordarci a quella altrui? Quanto spesso ci dimentichiamo dei nostri spazi di quiete, di pace, di ricarica? Forse mi accade perché sono una Persona Altamente Sensibile (e per scoprire che cosa significhi ti rimando al blog di Nora, che parla di questo argomento in modo delicato e preciso). Forse mi accade perché è davvero difficile porsi al centro di noi stesse, e ascoltare davvero quelli che sono i nostri bisogni. Spesso, quello che desideriamo ci stupisce.

A volte può essere un bollitore smaltato, una coperta con i quadrati colorati fatta all’uncinetto, due gatti che fanno le fusa. E un cuore gentile che ti permette questa quiete.

NEL CENTRO DEL LABIRINTO: LABYRINTH, FEMMINISMO E IMMAGINAZIONE

Di solito non ho molta memoria per i libri che leggo o per i film che vedo. Devo rivederli molte volte, prima di ricordarmi tutte le scene, così come per i libri – infatti quelli molto amati li ho letti e riletti più e più volte.

Di Labyrinth, uno dei miei film preferiti da piccola – e che continua ad esserlo anche adesso, da grande – ricordavo soprattutto la scena finale, e quella battuta che Sarah (Jennifer Connelly) fatica a ricordare all’inizio della sua avventura: tu non hai alcun potere su di me. Mi restava impressa fino da bambina, più della Magic Dance o degli strambi personaggi che popolano il labirinto, uno su tutti, Ludo o Bubo nella versione italiana.

Per chi non avesse visto il film, consiglio caldamente di recuperarlo: non posso credere che ci siano persone che ancora non lo hanno visto, ma se così fosse, correte subito ai ripari. Eppure, il fatto di averlo visto da bambina, da ragazzina e poi da adulta (più volte) è stato fondamentale per me, anche se fino a ieri sera, durante una ulteriore visione, non avevo capito bene perché, o ancora meglio, come.

Mi piaceva molto, oltre a quella formula magica – tu non hai alcun potere su di me –  anche il fatto che Sarah non si innamora di nessuno, durante la narrazione. Finalmente! Una favola in cui la protagonista non deve essere risvegliata da un principe, o sposata, o e vissero tutti felici e contenti. No, Sarah sceglie di essere indipendente dal romanticismo. Questa cosa mi piaceva moltissimo, e credo che abbia contribuito in parte a formare la mia personalità da ragazzina. Forse perché ero figlia di genitori separati, mi riconoscevo nella Sarah all’inizio del film: lei vive una vita immaginaria, nella quale si traveste da principessa ma per reclamare il bambino rapito dal Re dei Goblin e non per vivere per sempre, ovviamente felice e contenta, al suo castello. Oggi vedo un piccolo seme femminista in questo film, che ha comunque una protagonista bianca, abile, magra, cis, è vero, ma comunque femmina: non ho ricordanza di altri film di quegli anni nei quali la protagonista (non l’amica, l’innamorata, la sorellina ma la protagonista!) fosse una ragazza. Erano sempre tutti maschi.

Qui invece è una giovane donna che affronta il labirinto, impara e cresce e infine sconfigge l’oscuro ed affascinante Re dei Goblin con la consapevolezza del suo viaggio e di essere quella che è. Anche la figura di Jareth è estremamente affascinante: probabilmente è proprio con questo film che ho conosciuto David Bowie, ed il suo essere così fluido, così ambiguo, mi catturava già ai tempi. Il labirinto nel quale Sarah compie la sua avventura è davvero un luogo dove tutto è possibile, come recita il sottotitolo del film. Altro elemento interessante, e che emerge proprio all’interno del labirinto: qui non sempre le cose sono giuste. Sarah si lamenta di questo, all’inizio del suo viaggio, ma via via che procede capisce che no, le cose non sempre sono sempre giuste. Sarah (e io con lei) comprende che in un mondo perfetto forse tutto è giusto e non esiste ingiustizia, ma nel mondo reale si, le cose sono ingiuste: sono le azioni che facciamo nei vari contesti che fanno la differenza e che possono ristabilire la giustizia.

La scena del ballo in Labyrinth

Ad un certo punto Sarah viene drogata e si ritrova ad una festa carnevalesca, nella quale è vestita come una principessa e durante cui Jareth cerca di sedurla. Qui da ragazzina, mi dicevo: oh no, ecco, adesso lei si innamora di lui. Non mi sarebbe piaciuto per nulla. Ed invece, Sarah rifiuta la seduzione del re magico perché si ricorda quello che stava cercando: come viene detto sin dall’inizio del film, se non poni la domanda giusta, se non sai dove andare, allora finisci nei guai. Ma se finalmente sai chi sei, conosci te stessa, hai consapevolezza del tuo potere, allora non possono esistere sogni confezionati per te, vestiti da principessa o mondi fantastici. Solo tu puoi creare il tuo mondo, attraverso le tue scelte e le tue azioni.

Così arriviamo alla scena finale, ed al monologo di Jareth: lui dice alla ragazza, che è arrivata al centro del labirinto dopo rischi indicibili e traversie innumerevoli, di essere stanco, di aver fatto tutto questo (il gioco, il labirinto) per lei, di essere stato generoso, in un vero e proprio gaslighting. Ma Sarah non cede, resta radicata nel suo potere. Così vince, torna a casa cambiata da questa esperienza, senza rinunciare al suo potere principale, ossia l’arte, l’immaginazione, la fantasia.

Labyrinth, locandina di Daniel Norris

Forse era questo finale la cosa che più mi colpiva, e che mi colpisce, ancora: il potere della parola, il potere personale, la piena consapevolezza. Prima di pubblicare questo post ho scritto sul mio profilo Facebook che ci stavo lavorando, e in moltissime hanno risposto dicendo che era anche il loro film preferito da piccole.

Credo che la motivazione sia profonda: in Labyrinth Arianna si riscatta, Persefone spezza le sue catene. La me ragazzina non conforme, perché troppo magra, bruttina, con gli occhiali e l’apparecchio, con i genitori separati in un’epoca dove questo era molto raro, con una sensibilità ad alcuni stimoli esterni molto acuta (solo da adulta ho scoperto di essere PAS, Persona Altamente Sensibile) si sentiva riscattata da Sarah, invincibile perché se stessa, senza bisogno di un principe o di un castello.

Da adulta ripasso la lezione, e voglio ricordare a me stessa ma anche a tutte le altre persone che si sono trovate in situazioni simili, che nessuno ha davvero potere su di noi. Solo noi stessə possiamo decidere delle nostre azioni, seguendo la strada che ci porterà al centro del labirinto e quindi alla nostra piena essenza. Senza timore e soprattutto ricordandoci dei nostri poteri.

You remind me of the babe
(What babe?)
Babe with the power
(What power?)

Power of voodoo

(Magic dance, David Bowie in Labyrinth)

Se vuoi approfondire i simboli e il folklore che trovi nel film, questo è un ottimo articolo

Sulla visione femminista del film puoi trovare materiale:

Qui, qui e qui

STARMAN TAROT: UNA STESA

Gli Starman Tarot hanno una storia molto particolare: sono stati creati da Davide De Angelis, artista visivo che ha collaborato con David Bowie in diverse occasioni. Lui stesso dice che questo mazzo è un’alchimia visiva: come poteva non piacermi?

Per uno strano scherzo del destino, l’energia delle carte mi ha accompagnato per quarant’anni, a cominciare dal mio primissimo incontro con David Bowie a Londra quando di anni ne avevo solo dieci. Un’energia che ha permesso la realizzazione grafica delle copertine di album e il varo di diversi progetti artistici, da un capo all’altro del mondo, portandomi ad avere casa a Bali per poi riportarmi nel Regno Unito.

De Angelis ha collaborato con Bowie in diversi progetti, e questi Tarocchi sono il frutto di questa speciale collaborazione. Sono colorati, vibranti, magici. Parlano a più livelli, sono dinamici, mutano, sussurrano, si illuminano.

Gli intensi effetti di questa mia collaborazione con David Bowie si riflettono ancora oggi nella mia vita e nel mondo intero. Tutte le creazioni artistiche che ho realizzato in quel periodo sono ancora con me e rappresentano una sorta di radiazione visiva di fondo. Realizzare lo Starman Tarot mi ha permesso di esplorare numerosi universi ricchi di possibilità stupefacenti.

Qualche nota tecnica: le carte sono plastificate e lucide, comode da tenere in mano e da mescolare. Non hanno i bordi, e questa è una cosa che amo tantissimo! L’immagine prende tutta la carta e non è delimitata dal bordo. Sono leggermente più grandi di un mazzo classico, altro punto a favore. La dimensione è 75 x 140 mm.

Quale modo migliore per conoscere i Tarocchi se non seguire la proposta che lo stesso De Angelis riporta nel libro che accompagna il mazzo? La stesa è dedicata alla creatività e ha la forma del fulmine di David Bowie.

CATALIZZARE IL TUO POTENZIALE CREATIVO

La prima carta rappresenta il Seme: la scintilla che mette in moto il progetto.

La carta che ho estratto è il Cinque di Spade: una carta difficile! Come possiamo leggerla in questa posizione?

Il Cinque di Spade è la carta di chi vuole vincere ad ogni costo: la scintilla creativa che mette in moto il progetto potrebbe essere una sensazione di sconfitta, un desiderio di rivalsa. Questo progetto creativo parte dal desiderio di farcela, di vincere a qualsiasi prezzo perchè ora come ora è la cosa più importante. L’avviso della carta è: chiediti sempre a che prezzo!

La seconda carta è la visione: la possibilità contenuta nel progetto creativo che può essere messa a servizio del mondo. La carta è la Torre.

la torre starman tarot

Apparentemente anche questa è una carta difficile, eppure in questa posizione la trovo molto rivelatoria: la Torre è la carta della ribellione, del non poter più stare dentro ai confini prestabiliti. Qualcosa accade, qualcosa che ti porta fuori dalla tua comfort zone e che ti permette di creare qualcosa di completamente nuovo. La rivelazione è qualcosa che ti cambierà per sempre, e questa è la visione del tuo progetto creativo. In questa posizione, la carta mi dice che la visione del progetto è davvero qualcosa di mai visto prima, qualcosa di rivoluzionario e di energetico!

La Torre mi fa pensare alla famose frase di Marina Abramovic: the process is more important than the result.

Lascia che ciò che deve sgretolarsi si sgretoli e costruisci una nuova visione creativa, vai oltre i limiti, oltre ciò che conosci. Esplora e sii ribelle.

La terza carta è l’espressione: il mezzo creativo attraverso il quale attuiamo il progetto. In questa stesa è Il Sole.

Fantastico! Portare alla luce, fare chiarezza. Illuminare. (Non a caso, sto lavorando per un progetto bello e delicato che si chiama le cose illuminate). Il mezzo per attuare il progetto è portare alla luce. Mi fa pensare al teatro, con i suoi riflettori, ma non solo. Stare a contatto con la natura, ritrovare un luogo artistico dove sentirti davvero a casa. Irradiare vibrazioni super positive. Scegliere di stare bene: feeling good is a priority.

La quarta carta è il cuore: l’aspetto emotivo della tua creazione. In questa stesa è la Temperanza.

La Temperanza è la mia carta per il 2019: ed è la carta dell’Alchimista! Il cuore di questo progetto mette in comunicazione mondi diversi, e con i giusti ingredienti compie una piccola magia. Come un Alchimista, trova l’oro dove c’è il piombo, lo trasmuta in luce.

Capacità di mediare e di mettere in comunicazione, capacità di creare ponti. L’aspetto emotivo è nell’attenzione a chi è diverso da me ma che voglio accogliere, con cui voglio creare mondi, costruire ponti.

Si, questa carta sicuramente possiede una buona parte del mio cuore.

La quinta carta è la forza: le risorse per dare vita al progetto. La carta è il Sei di Bastoni. E’ la capacità di vincere, di essere un leader senza dimenticare di essere umili. Leggendola insieme alla prima carta, viene da dire che se la scintilla creativa parte da un desiderio di rivalsa, sicuramente c’è la forza di vincere, di primeggiare, senza dimenticare di dare l’esempio e di essere ispirazione per l’altro. Come tutti i Sei, anche il Sei di Bastoni è rivolto alla relazione: il mio successo diventa anche il tuo, perchè attraverso la mia azione posso tracciare una strada da percorrere.

La sesta carta è la passione: cosa mi muove all’interno di questo progetto creativo. La carta è la Regina di Pentacoli.

Prendersi cura della Terra, dell’ambiente, degli animali. La relazione con le piante, con il nutrimento. La cucina e la magia pratica. Oh si! E’ proprio la mia passione – se leggiamo questa stesa come se fosse per me. Potrebbe essere l’indicazione di tematiche da sviluppare, magari in un libro. Scrivere del mio rapporto speciale con le piante, con il territorio che abito.

L’ultima carta è la manifestazione: gli aspetti unici del progetto che lo portano nel mondo. La carta è il Due di Bastoni.

E’ un progetto che ha a che fare con il potere personale: il Due di Bastoni ti chiede di andare seguendo il tuo passo, di scegliere tra il tuo mondo interno e quello esterno. Esploralo seguendo il tuo passo. Stai nel tuo potere, scoprilo, portalo fuori. Scegli di essere visibile, prendi in mano la tua passione. Osa, acquista un nuovo punto di vista.

Questa stesa puoi utilizzarla anche tu, con qualsiasi mazzo. Se invece ti sei innamorata di questo fantastico Starman Tarot, puoi acquistarlo sul sito de Lo Scarabeo!

Se invece vuoi conoscere più da vicino le carte dei Tarocchi, ti ricordo che il mio corso Semi Sacri è ancora online. Lo trovi qui!

GUEST POST: SILVIA PEDRI

Ospito nel mio blog il post di un’amica, Silvia Pedri, che ha scritto per me: parla di questo periodo, con la grazia e l’intelligenza di cui è ricca. Buona lettura!

Creare il Miracolo della Luce e della Felicità. Eccolo!

di Silvia Pedri

In questi tempi “bui”, solstiziali, mi capita di pensare spesso alla carta astrale di una mia amica. Adoro sbirciare nelle carte astrali altrui, soprattutto in quelle degli amici, persone creative, ribelli, brillanti. Sono carte pessime. Nei loro abissi, trovo le loro risorse di luce. Risorse che, a guardarle da fuori, sembrano infinite. E, di fatto, lo sono.

In questi giorni del Solstizio d’Inverno, che tengono ancora in prigione il Sole prima della sua Rinascita, mi chiedo qual è il loro, qual è il nostro segreto.

Nella carta astrale di nascita c’è tutto. E tutto quello che c’è, puoi star sicuro, si realizza. E poi c’è altro, l’oltre. Il Destino che ci viene a bussare quando noi siamo pronti, quando siamo maturi. E quello non lo vedi, non lo puoi a volte neppure immaginare. È oltre il determinismo della tua impronta energetica, è il miracolo della tua costituzione fisica superata. Quello non ti è dato. L’hai fatto tu.

Nella carta astrale di nascita ci sono tutti i talenti che puoi sviluppare, i desideri che vorresti realizzare, e le ferite che ti impediscono di muoverti. Non ti puoi muovere tanto fanno male. Queste ferite sono zone buie che ti risucchiano e ti prosciugano. Zone in cui devi imparare a resistere alle correnti, in cui ti sembra difficile anche solo sopravvivere, zone di grande profondità interiore ed esperienziale. Paludi insidiose. Paludi che, a volte, in modo parziale o totale, possono anche essere bonificate.
Certo, ci vuole un miracolo. Solo un miracolo potrebbe.

Può.
Si può.
Ne ho le prove.

Il successo di Marzia Lupi (Permettimi questo nome. Io racconto solo storie vere ma ci tengo, nel rispetto dei protagonisti, che non siano riconoscibili.) era prevedibile. In effetti aveva sperimentato fin da giovane che era possibile. Scriveva poesie. Vinceva concorsi di poesie. Zac. Per dire. E’ solo un esempio. Ma era così. Il valore c’era. E nel suo caso da subito era apprezzato. Si potrebbe dire “era fatta così”. Ha il Sole al Medio Cielo, a Sud, nel posto più luminoso, e ha il pianeta del segno dove sta il Sole nel suo domicilio e angolare quindi fortissimo. È una persona portata a risplendere di luce propria.
Fa piacere, per carità. Sarà stata contenta. Fa anche un po’ invidia, agli altri comuni mortali. Ma lei non era felice. La felicità non c’entra niente con i concorsi vinti o i libri pubblicati. È tutt’altra cosa.
Si dice che per fare soldi bisogna averne un po’. Questo vale anche per la felicità. Bisogna partire da qualcosa. Lei partiva da ben poca roba.
In lei, nella sua energia e nella sua vita, tanta Luce si affiancava ad altrettanto Buio.
E le chiavi per integrare questi disagi non erano disponibili.

In questi giorni pensavo Eh beh certo avrà avuto un buon Saturno! Ehh beh ha un buon Marte si vede! E poi col sostegno di Giove è facile.
Sostegno un accidente. Saturno è in esilio. Giove retrogrado in fase distruttiva. E Marte vabbé sì, ce l’abbiamo. Ma non basta.

Questa persona la perseveranza e la capacità di concretizzare l’ha creata, da zero (Saturno in esilio), grazie all’uso appassionato e attento della sua intelligenza, l’espansione della sua gioia (Giove) l’ha creata, ribaltando gli schemi (Se il pianeta è retrogrado il suo moto e il tuo movimento non possono certo andare “diritti”. Ma possono trovare il loro verso giusto…) e nutrendosi con abbondanza e generosità (Giove. Chi non ce l’ha se lo dia!) dell’energia spirituale più giusta per lei.

La sua anima, insomma, in ginocchio dentro una personalità con oggettive (o soggettive, che è uguale) difficoltà, non si è arresa.
Ha fiutato ciò che era Buono.
Ha perseverato.

Marzia, che adesso nella sua disciplina è leader a livello mondiale, ha proceduto per anni tra le lacrime.
Nessuno la sosteneva. Tutti sembravano urtati, sconcertati o addirittura offesi dalle sue scelte.
Le persone a lei più care, poi, quelle a cui lei teneva di più, non solo disprezzavano la strada che stava percorrendo perché non era nelle loro corde ma anche soffrivano del suo successo perché volevano averne di più loro. Sono situazioni molto frequenti, molto umane, molto comprensibili e perdonabili. Ma fanno molto male. Soprattutto quando durano diversi anni.

Marzia aveva successo. Lo sappiamo, era nata per il successo. Non lo cercava nemmeno. Faceva solo quello in cui credeva, nel modo in cui era capace, impegnandosi con amore e serietà. E, dal momento che amore serietà e capacità ne aveva da vendere, veniva molto bene. L’unica cosa che la confortava era l’affetto delle persone a cui si dedicava.

Il successo, badate bene, è una cosa seria, una cosa vera e reale. Un albero con radici. Qualsiasi albero, anche quelli nati per ricevere più luce, cresce lentamente. Deve essere coltivato con pazienza. Deve essere amato in modo disinteressato. Come un figlio. Perché, in ogni momento, non sai mai che cosa diventerà. Se mai diventerà qualcosa.

In ogni caso, il successo è niente, non vale niente, se non sei felice. E la felicità dipende da ben altro.
Tutto questo altro era negato dalla sua carta astrale. Era, evidentemente, debole, ferito, poco probabile o francamente impossibile.

Così è.
Tutto si è verificato puntualmente.
Così fu.

Chi vede adesso Marzia non la riconosce nella sua carta astrale. Ma lei, in passato (io che ho avuto il privilegio di conoscerla lo so) ha vissuto tutti i dolori che la carta mostra. Adesso ha lo sguardo terso e gioioso di una bimba felice e di una ragazza innamorata e ha la famiglia di una donna pienamente appagata. Ma ogni volta che guardo la sua carta astrale non posso trattenermi dal pensare quanto è stata brava a realizzare, giorno dopo giorno, procedendo sulle sue sole gambe, il miracolo.
Non posso trattenermi dall’osservare che il miracolo è possibile.

Avrebbe potuto non riuscire. Avrebbe in realtà dovuto non riuscire.
Il successo che le era dato dalla sua costituzione energetica avrebbe potuto essere tanto. Ma sarebbe dovuto essere parziale, del tutto settoriale.

E lascia che ti sveli il “segreto” che il 99% delle volte il successo molto grande è anche molto parziale. Si alimenta proprio della sua parzialità e dei suoi squilibri, dei suoi infiniti punti di Buio.

Il miracolo è altro e oltre rispetto al successo.
Il miracolo è fare succedere la felicità.

Miracolo è creare felicità dove non c’è e farla crescere con umiltà, pazienza e determinazione.
Senza troppe speranze. Ma senza mai perdere la speranza.

Il miracolo non si desidera, non si progetta, non si crea. Avviene.
Avviene quando noi siamo maturi, quando abbiamo coltivato le nostre energie in modo che ogni parte di noi offra a noi e al mondo il suo particolare, unico, fiore.

Silvia la trovi qui: www.silviapedri.com

LA MIA PAROLA DELL’ANNO 2019

Partiamo dalle piante. Parto molto spesso da loro, in effetti. Mi chiedo, ogni volta che vedo un Tarassaco (Taraxacum officinalis) spuntare tra le crepe di uno scalino, magari nel centro della città, mi chiedo: ma come cavolo ha fatto? Come ha fatto quel piccolo seme ed arrivare fino qui, a germogliare, a cacciare le prime foglie, poi la rosetta basale infine gli steli ed i fiori? Come fa a nutrirsi, a vivere, come è possibile?

Hai mai provato ad osservare da vicino una Rosa? Petali perfetti e delicati, profumatissimi. Dai colori che richiamano la conchiglia di Venere. Ma se guardi più in basso, le spine ti raccontano un altra storia. La Rosa si offre e si difende. Conosce il suo valore. Non ha paura di essere anticonformista: un fiore così delicato ha una sorpresa di spine.

La stessa ammirazione che mi suscita il Tarassaco cittadino la provo quando leggo o vedo storie ed opere di donne incredibili e ispiranti: Rosa Parks, prima di tutte. Lei che si è seduta su di un autobus, quando avrebbe dovuto, secondo le regole, lasciare il suo posto ad un bianco, nonostante la dura giornata di lavoro, nonostante i piedi distrutti, nonostante ci fossero altri posti liberi. Lei ha detto no. Ed il suo no ha cambiato le cose.

Maya Angelou, che se leggi la sua biografia sembra incredibile che sia una vita sola, e che abbia sempre combattuto per i diritti dell’umanità. Ma anche Marina Abramovic, che ha rischiato di essere uccisa da una pistola carica mentre rompeva, una ad una, le regole dell’arte e della performance, creandone altre (e se non hai mai letto il suo Manifesto, fallo subito). Artemisia Gentileschi, che ha dipinto il volto del suo stupratore nella testa di Oloferne, retta in mano da Giuditta.

La riflessione sulla ribellione, e su quello che significa questa parola, mi ha accompagnata negli ultimi giorni.

Ribelle: Più genericam., che si mostra impaziente a costrizioni o imposizioni esterne, indocile

Questa la definizione che ho trovato sulla Treccani, o almeno la parte che mi interessa di più, della parola RIBELLE. Indocile. Mi piace. Perchè dobbiamo essere docili? Perchè dobbiamo nascondere la nostra parte selvaggia e selvatica?

Ribelle. Si. Questo è l’augurio che voglio farmi per il 2019, questa è la strada che voglio percorrere. Ribelle per tutte le donne che si sentono appiccicare un’etichetta (a questo proposito, vai a vedere lo splendido lavoro che ha realizzato Laura Correggioli – dentro ci sono anche io!) e quella etichetta le limita, e non le libera.

Ribelle per tutte le donne che sono state schiacciate dai pregiudizio e dal razzismo: per le donne di colore, per le donne marocchine, per le donne africane, per le donne afroamericane, per le donne messicane, per le donne arabe, per le donne cinesi, per tutte le donne che sono discriminate perchè vengono da un paese straniero; per le donne senza figli, perchè non li hanno voluti, o perchè non li hanno potuti avere, per tutte le donne che si sentono dire “e voi? figli niente?” e per tutte le donne che un figlio non lo vogliono e non si sentono per nulla in colpa (e qui come non ricordare le Lunàdigas ed il loro progetto prezioso); ribelle per le donne che vogliono realizzare i loro sogni e credono che sia troppo tardi, o troppo presto, o che i loro sogni siano troppo; ribelle per le donne che si sono stancate di vestirsi in un certo modo, di parlare in un certo modo, di avere una relazione in un certo modo; ribelle come un Tarassaco o una Rosa, voglio permettermi le spine e il cemento senza dimenticare i semi e i desideri.

Ribelle per tutte le donne che non hanno potuto sedersi su un autobus, ribelle per tutte le donne che sono state bruciate su un rogo perchè conoscevano le erbe, ribelle per tutte le donne che hanno amato altre donne in epoche in cui era più difficile di adesso; ribelle per ricordarmi di guardare le cose sempre da un punto di vista diverso, per sapere che lo sguardo dell’Appeso è uno sguardo illuminato, per portare in me la saggezza della Sacerdotessa e la leggerezza del Matto.

Ribelle perchè voglio tracciare nuove strade, far crescere il mio lavoro nel modo che dico io, ascoltare le piante e farle parlare con le persone, realizzare spettacoli teatrali geniali con chi viene detto matto o disabile; perchè nella ribellione esiste l’atto creativo e artistico, perchè il processo è la parte più importante del risultato.

In questo momento storico così conforme, in cui è diffusa la paura del diverso, dello straniero, di chi non risponde a certe leggi sociali, io mi siedo dalla parte della minoranza. Io mi siedo proprio accanto agli scomodi, a chi si alza per dire la sua, a chi non si lascia spostare dal sentire o dal vedere comune.

RI – BELLE: belle due volte. Perchè quando sei nel pieno della tua natura, splendi di più.

If you don’t like something, change it.  (Maya Angelou)

Se ti piacciono le ispirazioni visive, qui trovi la mia moodboard dedicata alla mia parola dell’anno 2019: BE REBEL!

MAGIC MORNING: RITUALE DEL MATTINO

MAGIC MORNING: RITUALE DEL MATTINO

Ok, suona la sveglia. Se sei una come me, la lasci suonare almeno tre volte prima di alzarti. Metti su lo snooze, e cerchi di riprendere il sonno dei giusti in quei cinque minuti, altri cinque minuti…

Ultimamente riesco ad alzarmi dal letto molto più in fretta, e con good vibes  anche al pensiero di dover abbandonare il piumino morbidissimo e la coperta di lana a fiori rossi e bianchi (super anni ’70, che adoro), perchè so che posso iniziare il mio rituale del mattino, che mi aiuta a mantenere un’onda positiva per tutto il giorno.

Tutto è iniziato grazie a Gala Darling, che tempo fa ha scritto questo post, nel quale ti racconta come la sua pratica mattutina le ha, radicalmente, cambiato la vita.

La mia pratica mattutina adesso è solida, ed ho trovato quello che a me fa stare bene e che è funzionale: per individuare la tua routine sicuramente dovrai sperimentare e poi scegliere le azioni che sono più giuste per te.

La cosa importante è che tu al mattino ti allinei con una vibrazione positiva, che in parole semplici significa: inizia bene, e tutto il giorno verrà da sè.

Effettivamente, pensa alle giornate no: partono sbagliate sin dal mattino. Molto spesso non facciamo niente per invertire la rotta, perchè ci sembra che le cose, in giornate come quelle, possono solo peggiorare. Immagina quindi di poter indirizzare le tue giornate verso tutte quelle azioni e reazioni che ti nutrono e che ti portano gioia. Iniziare bene significa orientarsi verso questo tipo di energia, proprio come fanno i girasoli verso il sole.

Ecco la mia routine mattutina:

  • per prima cosa, mi preparo una colazione succulenta, completamente vegan. Sto tornando a dare spazio ad un’alimentazione più sana e più naturale, e al mattino una cosa che mi fa stare subito bene è il cappuccino con il latte di soia super super cremoso
  • se lavoro da casa, accendo una candela e metto su la mia musica preferita (qui trovi una playlist che ho creato per le tue mattine). Se lavoro fuori casa, mi preparo per uscire sempre con la mia musica preferita – che per me è un modo sicuro per alzare l’energia
  • mi metto, sempre, il rossetto, e mi vesto esattamente come mi va. Utilizzo i vestiti per creare uno stile mio, che mi permetta di sentire me stessa ed il mio power anche durante il giorno
  • invio messaggi vocali alle mie amiche più care: questo per me è il vero inizio della giornata, lo scambio vocale con chi è lontana da me ma che può essere vicina grazie alla tecnologia
  • faccio una lista della gratitudine: dico a voce alta tutte le cose per cui sono grata
  • durante il corso della mattinata, mi preparo una tisana, scegliendo con cura le erbe che mi attirano di più in quel periodo

Come puoi preparare il tuo rituale del mattino

Ti consiglio di scegliere cose semplici da fare: sarebbe bellissimo riuscire a fare yoga ogni mattina, meditare, contemplare il paesaggio, scrivere i sogni sul quaderno… ma non sempre è possibile, perchè al mattino spesso partiamo di corsa e non riusciamo mai a trovare il tempo per fare tutte queste cose.

Ecco qualche idea, che puoi riadattare alla tua giornata tipo e che puoi usare per comporre il tuo rituale mattutino:

  • scegli una breve meditazione: ci sono programmi di meditazione guidata, anche app come Headspace che hanno meditazioni breve e molto efficaci
  • prepara la sera prima tutto l’occorrente per una super colazione: puoi anche preparare una tisana la sera e poi berla il giorno dopo
  • metti su la tua musica preferita: canta, danza, batti le mani e muovi il tuo corpo: basta poco! Puoi farlo anche in auto, se lavori fuori casa
  • registra in una nota vocale del tuo telefono una lista di cose per cui sei grata: può essere qualcosa di molto importante, ma non dimenticarti anche delle piccole cose che rendono la tua giornata speciale
  • durante la mattina prenditi il tempo per leggere quella newsletter che hai lasciato indietro: io ho una lista di newsletter che adoro leggere e dalle quali prendo grandissima ispirazione. Se non sei ancora iscritta alla mia newsletter, fallo qui: ti arriva ogni mese, insieme alla Luna Nuova
  • scegli sempre vestiti ispiranti, non lasciarli solo per i giorni importanti. Celebra te stessa e il tuo stile unico.
  • estrai una carta dal tuo mazzo di Tarocchi, falle una foto e portala con te tutto il giorno; lasciati ispirare dal suo messaggio

PICCOLO INCANTO DEL MATTINO

Prepara un bicchiere d’acqua fresca, 
aggiungi una spruzzata di succo di limone
metti la tua mano principale (quella con cui scrivi) sul bicchiere
e immagina che dalla tua mano parta una luce bianca
che riempie e illumina l’acqua.

Guardati allo specchio e dici a voce alta
OGGI E’ UNA MAGICA GIORNATA E IO SONO NEL MIO PIENO POTERE 
Adesso bevi la tua acqua, e vai, ragazza!
Il mondo è tuo!

Raccontami qualcosa sulla tua routine del mattino: se hai domande o dubbi, vieni sulla mia pagina Facebook. E per avere ispirazioni segui la mia pagina Instagram: ogni martedi mattina pubblico la mia lista della gratitudine!

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SETTEMBRE (DI DOVE ERO FINITA, UN’ALTRA VOLTA)

il rientro+cecilialattari

Da molto tempo non scrivo sul blog, è vero. Ma da Maggio ad oggi sono successe molte cose, ho avuto un’estate turbolenta e solo ora riprendo le fila.

Il mio compagno ha rischiato la vita; questo l’evento, accaduto i primi di Giugno, che ha imposto una pausa alla mia attività – ho portato avanti solo quello che era indispensabile, il mio lavoro off-line (il gruppo di teatro che sto guidando per un progetto regionale) e ho allentato moltissimo il lavoro on line.

Adesso Andrea sta bene: la paura è stata tanta, e tutta questa esperienza sicuramente mi ha insegnato molto. Ho imparato qualcosa sul mio potere personale. Ho vinto la paura di guidare in autostrada per lunghi tratti, perchè lui era ricoverato lontano. Ho vissuto un mese da sola, e ho scoperto di avere amici e amiche insostituibili, che mi sono stati molto vicini. Ho imparato lezioni dai miei gatti e dai pomodori che sono maturati nell’orto, a momento giusto. Ho scelto di prendermi cura di me stessa, ancora, di riservarmi dei momenti per leggere all’ombra, per raccogliere fiori, per accendere candele. 

Ho sperato sempre che le cose andassero bene, ho creduto sempre che le cose sarebbero andate al meglio. 

Spesso ho estratto la carta della Morte: la trasformazione, la rigenerazione. Fare spazio. ricominciare. A volte senza guardarsi indietro, senza fissarsi su quel momento così pauroso. 

Ma questi mesi estivi hanno visto anche la realizzazione di un altro progetto: il festival LA MONTAGNA CHE PARLA, che con la mia Associazione Culturale ha preso vita; ed è stato davvero un successo. A volte è proprio nei momenti difficili che capitano cose belle, che ti portano fuori, che ti spingono ad agire, a prendere forza. A vedere che la vita può essere nutriente e piena.

La formazione per diventare Gestalt Counselor continua, così come il percorso alla Scuola d’Arte sempre alla mia scuola di Counselling: sento che il mio lavoro sta prendendo una nuova direzione, che non lo snatura ma che lo rende più ricco. E so che potrò esserti ancora più utile, ancora più di ispirazione.

Intanto passeggio per i boschi, ascolto le piante, progetto mostre itineranti da realizzare tra gli alberi. Osservo i fiori da vicino. Mi inchino e tocco la terra.

Ricomincio questo Settembre riprendendo a scrivere anche qui, su questo blog: il mio sito ha bisogno di un restyle, e piano piano lo farò – intanto lavoro ai progetti che dalla fine di Settembre prenderanno vita (primo tra tutti, il corso online sugli Arcani Minori!) e curo quello che ho deciso di mantenere. 

Ho iniziato a curare una rubrica sulla mia IGTV (il canale video di Instagram): si chiama SEMI SACRI e ogni settimana ti parlo di una carta dei Tarocchi e di una pianta, collegandole in maniera sottile. Vieni a vedere la prima puntata, cercami su Instagram: sono @alchimistacontemporanea

Tu come hai passato la tua estate? raccontamelo nei commenti!

I TAROCCHI COME STRUMENTO PER IL SELF-CARE

self-care+©cecilialattari

Non credi che i Tarocchi possano essere uno strumento per il self-care, vero?

Capisco, In Italia siamo ancora molto fermi alla convinzione che i Tarocchi sono strumenti polverosi, da usare per predire il futuro, per capre quali sfighe avrai e per lanciare misteriose, antiche maledizioni.

Niente di tutto questo, of course.

I Tarocchi, fondamentalmente, servono per prendersi cura di se stesse.

Ti racconto qualcosa che mi è successo: quando studiavo (e studio tuttora! Non si finisce mai di imparare) i Tarocchi, all’inizio della mia pratica, cercavo di infilarmi in testa nozioni, simboli, numeri e significati. Non capivo assolutamente come i Tarocchi potessero relazionarsi alla vita di tutti i giorni. Vedere due figure, una con una bilancia piena di oro e una che chiede l’elemosina, in ginocchio, beh, non mi faceva pensare molto alla mia situazione, per dire.

Poi ho cominciato ad osservare meglio i Tarocchi, dimenticandomi di tutto quello che avevo studiato. Mi sono accorta che la Regina di Bastoni assomiglia molto ad una mia amica, per esempio. E mi sono chiesta: che cosa mi piace di lei? Che cosa mi ispira? Avevo tutte le risposte in me, le sapevo. E le ho combinate con quello che, in astratto, avevo studiato sulla carta. E ho capito qualcosa in più di me.

I Tarocchi servono per il self-care prima di tutto perché ti aiutano a capire sempre qualcosa in più su te stessa.

Non sul tuo compagno o sulla tua compagna, non sul tuo futuro, non su ma a lui/lei piacerò? Oppure no?- ma qualcosa su di te. Quali sono le tue risorse? Quali sono i tuoi punti di forza? Che cosa è meglio fare adesso? Come puoi agire?

Prendersi cura di noi stesse e della nostra interiorità è un lusso al quale dobbiamo, assolutamente, votarci. I Tarocchi sono uno strumento davvero utile per sentirsi splendenti!

Come puoi usare il tuo mazzo di Tarocchi per stare bene e per prenderti cura di te stessa?
  • Una carta al giorno: non smetterò mai di ripeterlo – estrarre una carta al giorno è un modo magico per iniziare la giornata. Inserisci questa pratica nella tua routine mattiniera: insieme al diario della Gratitudine (ne tieni uno, vero?) puoi estrarre la tua Carta del Giorno, e seguire i suoi consigli, i suggerimenti e le ispirazioni per la tua giornata. Iniziare con l’intuito è sempre buona cosa!
  • Scegli la tua Musa: quale carta ti piace di più, in questo momento? Dove ti rifletti? Cosa vorresti ottenere? Scegli la tua carta, a carte scoperte, e osservala bene. Scrivi sul tuo quaderno tutto quello che ti ispira la carta, e come potresti fare per diventare così.
  • Fai una stesa per vederci più chiaro: puoi usare tre carte e disporle così – 

 

1.Che cosa penso che stia accadendo? Questa carta ti dice quello che stai vivendo a livello interiore rispetto alla situazione.

2. Cosa sta accadendo davvero? La realtà dei fatti.

3.Cosa posso fare, adesso? Questa carta ti suggerisce un’azione da compiere

Questi sono alcuni esempi ai quali puoi ispirarti per il tuo self-care con i Tarocchi. Prendersi cura di se stesse è una pratica che nutre sia la nostra parte fisica, che quella emotiva e spirituale. I Tarocchi possono aiutarti moltissimo per farti stare, davvero, bene. Usali!

Vuoi approfondire le chiacchiere sui Tarocchi? Recupera la mia ultima puntata di Tea&Tarot qui!

 

TAROCCHI O ORACOLI?

tarocchi e oracoli+ ©cecilialattariMazzi: I Tarocchi del Bosco Segreto di Lucia Mattioli & Extraordinary Oracle. Pochette di OneDropLab

Quando ci si avvicina al mondo sconfinato dei Tarocchi è molto facile farsi questa domanda: che cosa sono gli Oracoli? Che differenza c’è tra Tarocchi e Oracoli? Che cosa posso acquistare per iniziare?

Io, manco a dirlo, amo sia i Tarocchi che gli Oracoli. L’amore per gli Oracoli è venuto dopo quello per i Tarocchi, è vero. Il mio primo mazzo è stato un mazzo di Tarocchi di Marsiglia, che adesso non uso più (ed in un prossimo post ti spiegherò come mai io utilizzo solo Tarocchi che abbiano base Rider-Waite, mentre proprio non riesca a lavorare con i Tarocchi di Marsiglia); poi sono arrivati i mazzi ispirati al mazzo più famoso in ambito di lettura intuitiva, il mazzo Rider-Waite-Smith.

TAROCCHI: UN ALFABETO INTUITIVO

Il mazzo più riprodotto è il mazzo Rider-Waite-Smith; un mazzo che nasce nei primi del ‘900 e che fu ideato da Arthur Edward Waite e disegnato dalla sua discepola Patricia Coleman Smith. Sono stati dunque realizzati da una donna! Patricia Coleman Smith ha saputo sintetizzare nei 78 Arcani tutta la poesia ed i significati mistici di questo mazzo.

E’ composto da 78 carte: 21 + 1 Arcani Maggiori (vanno dal numero 1, il Mago, al numero 21, il Mondo – in più c’è la carta numero 0, il Matto, che può stare sia all’inizio che alla fine della serie, rivelando così la natura circolare del viaggio attraverso gli Arcani Maggiori).
Gli Arcani Maggiori sono carte molto simboliche, che rappresentano energie importanti, cruciali, determinanti.
Nel mazzo trovi anche gli Arcani Minori: 4 serie di 14 carte, che vanno dal numero 1 al numero 10 + quattro carte di Corte: il Paggio, il Cavaliere, la Regina, il Re.
Ogni serie è relativa ad un seme con caratteristiche specifiche: i Bastoni, le Coppe, le Spade, i Pentacoli.
Tutti i mazzi di Tarocchi hanno questa struttura: sta all’immaginazione dell’artista che crea e disegna il mazzo la sua interpretazione grafica, ma ci saranno sempre gli stessi elementi, le stesse carte.
I Tarocchi possono essere usati in mille modi: quello che preferisco io è sicuramente quello intuitivo, che ti permette di fare luce sul tuo presente e sulle tue risorse.

ORACOLI

Il mazzo Oracolo non ha mai lo stesso simbolismo e le stesse figure: è un mazzo totalmente libero, creato su misura dall’autore stesso. Sono sempre carte: puoi usarle come fai con il tuo mazzo di Tarocchi, per una lettura, per la tua carta giornaliera, per interretare un sogno…
Le carte Oracolo spesso hanno una parola scritta, oppure un numero che fa riferimento ad un piccolo (o grande) testo che trovi sul libro di accompagnamento.

Quasi sempre i mazzi Oracolo hanno un libro che li accompagna, per aiutarti a capire meglio le intenzioni dell’autore e per guidarti nella loro interpretazione.
La cosa davvero bella delle carte Oracolo è che sono totalmente libere: non fanno riferimento a nessun sistema!
Per questo possono essere utilizzati anche da un principiante: non hai bisogno di conoscere tutta la struttura simbolica dei Tarocchi se utilizzi un mazzo Oracolo.

Ovviamente non possono esserne un sostituto, perchè sono proprio una cosa diversa!

COME PUOI USARE QUESTE CARTE?

PER IL LAVORO CREATIVO
Molti mazzi Oracolo vengono utilizzati per scrivere post, per impostare il piano editoriale mensile, per sbloccare la sindrome da foglio bianco, per dare nuovi impulsi ed ispirazioni. Proprio grazie alla loro natura flessibile, si adattano molto bene a questo tipo di lavoro.

PER TERMINARE UNA LETTURA DI TAROCCHI
Molto spesso io utilizzo questa tecnica nelle mie consulenze: dopo il lavoro intuitivo e strutturato che facciamo con il mazzo di Tarocchi faccio estrarre una carta Oracolo, come consiglio finale, sintesi, ispirazione. La carta Oracolo è una sorta di guida magica che completa il percorso fatto insieme.

LEGGI UNA CARTA AL GIORNO
Come per i Tarocchi, puoi estrarre una carta Oracolo al giorno per avere una guida per tutta la giornata. Oppure puoi farlo la sera, per fare il punto su quello che ti è accaduto e su come puoi integrarlo al meglio.

MESCOLA!
Puoi mescolare insieme un mazzo di Tarocchi ed un mazzo Oracolo, oppure decidere di estrarre metà carte di una lettura da un mazzo di Tarocchi e metà da un mazzo Oracolo – mescolare due differenti mazzi ti dà la possibilità di vedere le cose secondo due prospettive diverse. Puoi anche estrarre una carta dei Tarocchi E una carta Oracolo per ogni posizione, e leggerle insieme.

Se stai cercando il tuo primo mazzo di Tarocchi, se sei attratta da questo mondo magico e fantastico, iscriviti qui per ricevere la mia guida gratuita sui Tarocchi Intuitivi: arriverà nella tua casella mail il 21 Dicembre, e dopo quella data la puoi scaricare direttamente dalla mail che ti arriva dopo l’iscrizione. Buona lettura!

CREA IL TUO RITUALE D’AMORE

rituale d'amore + ©cecilialattari

Attenzione: non sto parlando di filtri per incantare il tuo principe o la tua principessa, e nemmeno di come fare per farl* cadere innamoratissm* ai tuoi piedi. Sto parlando di amore per te stessa, baby.

In questi giorni rifletto molto sul concetto di amore per sé: una parola che diamo per scontata, ma che regge tutto, a mio parere. Se non ami te stessa non puoi davvero amare nessun altro. Quanto è vero! E quanto spesso ce ne dimentichiamo, amiche.

Per riprendere contatto con l’amore verso te stessa io ti suggerisco un rituale d’amore da compiere durante la tua giornata: puoi utilizzare questi consigli proprio in quelle giornate no, quelle in cui ti devono venire e fuori piove e stai anche per prendere il raffreddore. In una di quelle giornate in cui ti chiedi: ma chi me lo fa fare di alzarmi dal letto?

DORMI IN UN LETTO FIGO

Si, esatto: comprati quelle lenzuola che ti piacciono un sacco e non temere di usarle. Abbina sempre i cuscini con le lenzuola. Metti come copriletto quella coperta che adori. Dipingi di rosa la testata del letto. Sii creativa: la tua camera da letto è il posto in cui trascorri più tempo a sognare – e i sogni hanno bisogno di un luogo che sia favoloso!

FAI SEMPRE COLAZIONE COME PIACE A TE

Nella colazione del mattino metti una coccola – anche se sei a dieta. Qualcosa che ti piace e che ti faccia venire voglia di alzarti e di fiondarti in cucina a mettere su il caffè. Prenditi dieci minuti per fare colazione con calma, anche se hai una giornata strapiena di impegni. Regalati quei 10 minuti al mattino, tutti per te.

VESTITI DAVVERO COME TI PARE

Stanotte ho sognato che ero vestita coma Frida (sarà perché tra pochissimi giorni esce la mega offerta FRIDAMIVIDA dedicata alla tua Parola dell’Anno?). Avevo fiori tra i capelli, una gonna lunga e coloratissima e perline ovunque. Mi ricordo che stavo benissimo, nel mio sogno, vestita così. Fallo anche tu: prendi ispirazione dalle tue eroine preferite, dalle tue muse personali, e vestiti come loro. Il 2018 per me sarà l’anno dedicato a Courtney Love ed al suo stile, e ho già comprato una fantastica e morbidissima gonna di tulle che rivendico di indossare quando più mi va. Anche per andare alle Poste a pagare una bolletta, certo. Vestirti davvero come ti piace è una forma di amore verso te stessa: solo tu sai che cosa ti sta davvero bene addosso, e che cosa ti va di esprimere attraverso i tuoi vestiti. Quindi, non aspettare: fallo, adesso! E’ il momento di indossare tutti quei vestiti bellissimi che li metterò quando avrò un’occasione speciale.

Sai una cosa? L’occasione speciale sei tu!
LAVORA IN UNA STANZA SUPER

Qualunque sia il tuo posto di lavoro, hai il diritto di lavorare in un luogo che ti piaccia davvero. Quindi: se come me sei una freelance, è arrivato il momento di riordinare la scrivania, buttare appunti e cartacce che non servono più,  regalarti un mazzo di fiori freschi e portarli nel tuo ufficio, accendere il tuo incenso preferito e, naturalmente, avere la luce migliore per lavorare. Ma anche se lavori come dipendente: ricorda che puoi rendere tuo qualsiasi posto, e che puoi vivertelo al meglio se lo curi come fosse una parte di te stessa. Rendilo speciale, rendilo tuo, rendilo accogliente e luminoso!

NON SCORDARTI DI

Fare una passeggiata in un parco o in un bosco. Accarezzare un gatto. Regalarti una candela profumata. Leggere il tuo blog preferito. Scattare foto dei momenti più ispiranti della giornata. Mettere il rossetto. Spargere amore intorno a te.

Quali sono i tuoi rituali d’amore? Raccontameli nei commenti, oppure scrivimi a cecilia.lattari@gmail.com per dirmi cosa ti piacerebbe fare e che vorresti trovare in un prossimo articolo. E non dimenticare di iscriverti al nostro #nonètardichallenge!