DA DENTRO VERSO FUORI

IL POTERE DELL’ASCOLTO INTERIORE

Ho sempre creduto che ascoltarsi fosse semplice, e invece per me non lo è, non lo è stato: ho imparato, piano piano, ad ascoltarmi – ascoltare la mia voce, i miei bisogni, sentire davvero quale fosse la mia necessità, qualcosa che non fosse una spinta che venisse da fuori verso dentro, ma da dentro verso fuori.

Sono sempre stata molto sensibile a ciò che accade all’esterno di me: adesso lo so, è perché sono una Persona Altamente Sensibile (che, ricordiamolo, non significa essere sensibile di cuore, emotiva, ipersensibile: si riferisce in primo luogo alla percezione degli stimoli esterni, che, in secondo luogo, causa una serie di comportamenti che portano all’empatia, all’osservazione dei dettagli, alla visione intuitiva); questo mi ha portata di sovente a sentire moltissimo le aspettative sociali e le urgenze degli altri e, altrettanto di sovente, sentirle come mie necessità, mie aspettative, mie urgenze.

Da quando ho capito di essere PAS, ed allo stesso tempo mi sono concessa di vivere tranquillamente il tratto introverso del mio carattere (senza per questo essere un eremita che viva in una grotta lontana dal mondo, né aver perduto la mia caratteristica di socievolezza), ho iniziato a sentire dentro, a sentirmi. Ho capito quello che mi dicevano durante il Master triennale di Counselling che ho frequentato: tendi ad ascoltare troppo quello che è fuori da te, ma tu, dentro, ancora non ti sai ascoltare. A me sembrava impossibile: certo che mi ascolto!

Invece, non era così. Ascoltarmi davvero ha riportato alla luce la me sensibile e introversa, che ama leggere, stare da sola e sperimentare il contatto con le piante, che scrive, fotografa, si perde in sogni ad occhi aperti. Quella ragazzina che avevo cercato di nascondere, sin dall’adolescenza, perché sentire in profondità era da sfigate. Ed è proprio questo il punto.

CONTATTO CON LE EMOZIONI E ATTIVISMO

Nella nostra società, nell’ambiente in cui viviamo, essere sensibili ed essere a contatto con le proprie emozioni molto spesso è visto come qualcosa da non mostrare, da nascondere. Ed è da questo atteggiamento globale che nascono tutti i: stai esagerando, piangere non serve a nulla, non fare la drammatica, sei troppo sensibile…Sembra quasi che per agire coerentemente nel quotidiano sia necessario, sempre, un punto di vista razionale, che parte dalla testa e che non sia radicato nelle emozioni, nel sentire. Come riporta Brittany Ducham nel suo Emotional alchemy:

Questo, ora lo vedo, è stato l’effetto inequivocabile del crescere in una società patriarcale di coloni bianchi, dove essere emozionalmente competenti ed espressivi è legato alla femminilità e la femminilità è considerata inferiore.

Leggendo questo testo mi sono trovata completamente in accordo con l’autrice: stare in contatto con la propria emotività, e soprattutto agire nel mondo a partire dalla propria sensibilità, permettendosi l’ascolto interiore, è un atto politico. Reclamare i nostri sé che sentono, metterli in relazione con la nostra azione politica e sociale, con quello che facciamo a lavoro, con le persone che amiamo, nel nostro quotidiano significa accrescere il potere personale, integrare ogni nostra parte, vivere in pienezza.

Dobbiamo imparare a prenderci cura del nostro mondo interno, della morbidezza, dell’essere gentili, in risonanza con il tutto. Fare attenzione a non esserne sopraffattə, poi: investire nell’attenzione a sé, oltre che nell’ascolto. Nutrendoci dal punto di vista emozionale, fisico e mentale possiamo aprirci ad una nuova interezza, e portare potere anche nelle nostre pratiche quotidiane, e nell’attivismo.

Seguendo il lavoro di Brittany Ducham, che associa una pianta ad ogni stato emotivo da riportare in equilibrio (rabbia, stagnazione emotiva, gioia, piacere…) utilizzando piante che non fanno parte della mia tradizione herbana, ho seguito il desiderio di cercare nelle piante che conosco e che utilizzo una corrispondenza emotiva ed una utilità fisica e mentale. Vorrei dedicare diversi articoli a questo tipo di argomento, iniziando con la bardana, Arctium lappa.

Photo by Jonathan Jensen on Unsplash
MUOVERE LE EMOZIONI NASCOSTE | BARDANA

Le emozioni sono spesso collegate a livello simbolico all’elemento acqua: penso alle carte dei Tarocchi, dove il seme di Coppe, seme acquatico, racconta il mondo emotivo. La profondità del mare spesso è associata alle emozioni e al mondo onirico. Le emozioni sono in larga parte appartenenti a questo mondo, e quindi, come l’acqua, possono ristagnare. Penso a quando ci sentiamo senza energie, oppure bloccatə, in tensione, stressatə: quando le emozioni interne sono appesantite, oppure compresse all’interno: parlo della tristezza ma anche della rabbia, che, se non ben canalizzata, porta ad uno stato emotivo compresso, sospettoso, rancoroso.

La bardana è una pianta fresca, fredda: secondo la medicina tradizionale mediterranea le sue qualità sono freddo/secche. È una delle piante principale per smuovere le tossine dal nostro corpo, in particolare attraverso il fegato e la pelle. Per la sua natura fredda, la bardana è molto utile nei casi di irritazione o infiammazione provocati da un eccesso di calore, quali febbre, tosse secca oppure infiammazioni a livello della pelle. A livello del fegato, bardana incrementa la produzione di bile e quindi l’attività della cistifellea. Se usata insieme a tarassaco (Taraxacum officinalis), grazie alla sua azione diuretica, viene aumentata la capacità depurativa della pianta.

Come ben spiega Alexis in questo post relativo alla bardana, la sua azione è indicata in caso di eccesso di calore: a volte possiamo pensare che la pelle umida, lucida e grassa in generale sia indizio di umidità, mentre non è così: quando la pelle si manifesta grassa insieme a secchezza intestinale (rilevabile attraverso la costipazione, per esempio) è perché tutto ciò che è oleoso viene spinto fuori dal nostro corpo, dando l’effetto di pelle grassa e oleosa. Bardana lavora su entrambi i lati, ammorbidendo a livello intestinale e asciugando la pelle grassa.

Allora possiamo intuire come bardana sia indicata per tutte le persone che tendono a sommergere le loro emozioni, in particolare la rabbia – ma anche le altre emozioni – non dando loro la giusta emersione. Mantenere le emozioni nascoste porta all’esaurimento, al burn-out, al non essere più in contatto con noi stessə. Bardana ci aiuta quando ci sentiamo cariche, pronte ad esplodere, oppure quando, al contrario, ci sembra di non sentire più nulla. Crea un’apertura per le nostre emozioni, che possono riprendere a fluire.

COME USARLA

Puoi preparare bardana in decotto, mescolata con tarassaco: metti una parte di radice di bardana essiccata e una parte di radice di tarassaco essiccata. Fai sobbollire in acqua, coperta, per 6 minuti circa, e poi tieni in infusione altri 15 minuti. Se vuoi un’azione più concentrata, utilizza la tintura di bardana, ə0 gocce tre volte al giorno.

CONTROINDICAZIONI

Meglio non utilizzare bardana in gravidanza e nei primi tre mesi di allattamento. Non va utilizzata se usi insulina o se hai il diabete. Attenzione: le foglie di rabarbaro (Rheum palmatum)  e di aro (Arum italicum o maculatum) possono essere scambiate per quelle di bardana, ma sono tossiche. Prima di raccogliere erbe accertati con una persona esperta.

ASSOCIAZIONE IN FLORITERAPIA

Intuitivamente associo bardana al rimedio floreale Holly, l’agrifoglio, Ilex aquifolium. Holly è indicato in tutti quei casi in cui la persona prova rabbia, rancore sospetto, gelosia ma non riesce a contattare questa emozione dentro di sé, a permettersela e, dunque, a lasciarla emergere. La sensazione che mi dà la persona in stato Holly sbilanciato e simile a quella delle braci che pulsano nel camino: un calore nascosto, che se non riconosciuto può divampare senza controllo, internamente, portando all’esaurimento emotivo. Holly, proprio come bardana, permette di fare luce sulle emozioni nascoste, in particolare sulla rabbia, portando chiarezza e luce e trasformando il rancore in integrazione di ogni parte di sé e della propria storia.

STAVOLTA NON PASSO OLTRE

Nelle ultime settimane ho ricevuto messaggi privati da diverse persone che lavorano con il network marketing in campo fitoterapico e naturale. Avrei potuto ignorare, passare oltre, non rispondere evitando il conflitto, ma anche grazie al lavoro di Marzia Saglietti che seguo con partecipazione ho deciso di essere assertiva, non fuggire il conflitto e anzi, dire la mia.

Punto primo: anche se lavoro come educatrice e mi occupo di teatro e pedagogia (con adeguata formazione), ho (sempre nella mia formazione) una laurea in Tecniche Erboristiche. Credo moltissimo nel valore dello studio, soprattutto in ambito scientifico dove fare esperienza è importante tanto quanto studiare, osservare, fare prove in laboratorio. Ho sostenuto 40 esami in tre anni, tutti per lo più di botanica, chimica, farmacognosia ma anche anatomia, chimica dei composti aromatici, etcetera etcetera. Credo che per consigliare erbe o integratori, che questi servano per dimagrire, drenare, energizzare e così via ci sia bisogno di una persona qualificata. E questo mi porta al punto

2. Le erbe non sono semplici prodotti. Le piante sono esseri viventi, energetici, e come tutto quello che ci circonda sono in relazione con noi. Le erbe meritano studio, osservazione, attenzione, meritano che chi le ama entri in relazione con loro. Mi spiego meglio: credo fermamente che ogni essere umano abbia la necessità e l’istinto vitale di entrare in relazione con le piante, e che debba perseguirlo. Che sia con corsi, libri, studi, passeggiate e quant’altro. Uno dei miei desideri è quello di vedere intrecciate le varie discipline di cura, e ritengo che sviluppare una relazione personale con le erbe sia importantissimo. Di cui al punto

3. Quando si parla di estratti di piante si parla di medicine. Basti pensare che il 95%dei farmaci in commercio derivano da molecole naturali: le piante non fanno effetto perché crediamo in loro, bensì perche sono farmaci. Per questo credo che per un consiglio terapeutico ci si debba affidare ad erboristi, medici o farmacisti (questi ultimi  due a patto che siano informati sugli usi delle piante).

Foto di Eleonora Chiti

Perché per consigliare un integratore che magari contiene ipericina bisogna fare alcune domande. Ti faresti consigliare una terapia farmacologica dalla tua commercialista? Dico tutto questo e forse sono pesante, lo so. Lo faccio perché vorrei stimolare la riflessione specie in chi fa questo tipo di lavoro senza una adeguata preparazione: deve essere ben informat* su rischi e responsabilità.

Noto un pullulare di contatti in tal senso: mi è stato detto, addirittura, che in un momento storico come questo il network marketing di prodotti naturali dà lavoro a chi è rimasto senza, e quindi questa è una buona cosa. Questo discorso, in particolare, mi avvilisce molto: come se, poichè stiamo vivendo un momento storico difficile, dove il lavoro è incerto per moltissimi, allora si possa fare un lavoro qualsiasi, basta che sia, livellando tutto al concetto di prodotto e consumo. Questo discorso è profondamente consumista, e pone le piante, la medicina sacra e la relazione dell’essere umano con l’ambiente allo stesso livello del consumo di un prodotto qualsiasi. Annienta la consapevolezza, il contatto, andando a favorire l’esperienza confortante dell’acquisto.

Inoltre, molto spesso i prodotti promossi dalle aziende di network marketing costano tantissimo: capisco che ci deve essere un grande ricarico per far guadagnare chi ci lavora, ma non mi sembra corretto vendere integratori a più di 70 euro, con un ricarico esorbitante. Non sempre prezzo alto è uguale a qualità.

Ricordiamoci di vivere con cura e attenzione, e di rispettare le altre creature che popolano il nostro pianeta. In qeusto tempo di qui e ora, in cui osserviamo e sperimentiamo un tempo più lento, rendiamo prezioso il nostro atto di acquistare a consumare – ascoltiamo le piante, lasciamoci guidare.

Foto di Eleonora Chiti

TAROCCHI E PIANTE E IL FILO CHE LI UNISCE

tarocchi presente+©cecilialattari

Che cosa c’entrano le carte con le piantine che crescono nel mio giardino?

Credimi, c’entrano molto. In questo post ti spiego come piante e intuito sono strettamente legate.

Partiamo dall’osservazione di una pianta: che cosa ti accade quando vedi i primi fiori sbocciati in Primavera? Oppure di fronte al dono di un mazzo di fiori appena raccolti? Quella che ti invade è una sensazione completa: la bellezza dei colori, il profumo balsamico o fiorito o legnoso, la morbidezza dei petali, il fruscio del vento tra le foglie, e per alcune piante anche il gusto inconfondibile (vogliamo parlare del basilico, per esempio?)

La pianta è un’esperienza sensoriale completa: ti avvolge e ti contatta in ogni tuo senso.

Che cosa accade quando peschi una carta del tuo mazzo di Tarocchi preferito, oppure ad una prima lettura che ti fai fare? La stessa cosa, su un piano più sottile.

I colori della carta ti comunicano un’emozione; quello che accade nella carta risveglia un ricordo; entrare nella situazione che sta avvenendo nella figura ti regala intuizioni e rivelazioni sulla tua situazione;  l’interpretazione della carta, infine, ti mette in una condizione di ascolto e di ricezione.  Una carta può risvegliarti un sogno, un progetto che avevi dimenticato, una tua risorsa personale.

Entrare in contatto con una carta dei Tarocchi significa risvegliare tutto il nostro mondo intuitivo. La carta avvolge e contatta ogni tua parte interiore, permettendo la creazione di nuovi collegamenti e di rivelazioni.

Ecco il primo e più importante punto di contatto tra piante e Tarocchi: le prime lavorano su tutto il tuo mondo fisico e sensoriale, i secondi hanno un’azione completa sul tuo mondo interiore ed intuitivo.

Sono due strumenti che si completano perfettamente: e hanno la stessa modalità di contatto. La vista, i sensi, il risveglio, l’attivazione.

Ma andiamo ad osservare la pianta più da vicino, e dividiamola in quattro parti: le radici, le foglie, il fiore, il frutto. C’è una grande corrispondenza tra queste quattro parti e i quattro semi dei Tarocchi. 

Le radici sono la parte che ancora la pianta a terra: non si vedono, sono immerse nell’elemento terreno, e danno stabilità alla pianta. Una pianta senza radici è una pianta che vaga trasportata dal vento – è una piante che non ha nutrimento. Le radici sono lo strumento attraverso il quale la pianta si nutre, prospera, cresce.

Il seme di Denari, o Pentacoli, ha esattamente lo stesso significato: rappresenta la stabilità, tutto quello che è materiale e che ti dà nutrimento, sostegno, che definisce e che ti fa crescere.

Le foglie sono l’organo di scambio e di contatto che la pianta ha con l’esterno. Nelle foglie si svolge l’operazione più complessa e miracolosa per la pianta (e anche per la nostra vita su questo pianeta), la fotosintesi clorofilliana. Attraverso le foglie, le piante respirano. Le foglie possono diventare anche spine, possono essere dure, coriacee, per proteggere e difendere la pianta.

Che cosa ti ricorda tutto questo? Le Spade, certo. Il seme di Spade è collegato con l’elemento Aria, e rappresenta lo scambio, il pensiero lucido e razionale, la strategia. Le Spade difendono, tagliano, limitano, dividono. Le Spade possono pungere, ma sono lo strumento che ti donano i Tarocchi per vedere meglio la realtà che ti circonda.

Il fiore è la parte più romantica della pianta. Il fiore è il sogno della pianta, è la sua massima espressione d’amore. Nei fiori si inebriano le api, nei fiori c’è lo scambio di amore tra specie – api e fiori, che permettono la vita. I fiori si regalano quando ci si innamora. I fiori sono magici, creativi, e hanno un loro linguaggio: proprio come l’amore.

I fiori sono spesso a forma di coppa, lo avevi mai notato? E sono corrispondenti al seme di Coppe: il seme delle emozioni. La coppa conserva l’acqua, che è l’elemento collegato a questo seme. Le Coppe sono l’amore, l’amicizia e l’espressione artistica. Sono tutto ciò che fluisce: il ricordo, la nostalgia, la scoperta di un sentimento nuovo, il germoglio di un progetto artistico. Le Coppe sono le tue serate romantiche, i tuoi primi appuntamenti, le benedizioni di ogni giorno, i piccoli miracoli e la gratitudine piena.

Infine, il frutto. Il frutto è l’espressione della volontà della pianta: perché contiene i semi, promesse di futuro. I frutti sono succosi, dolci, invitanti. Ricchi di zuccheri, donano energia (non sempre, ovviamente: ci sono anche frutti velenosi! Ma esprimono comunque una precisa volontà della pianta).  Il frutto è l’officina creativa della pianta, il suo messaggio chiaro per il mondo.

I Bastoni sono strettamente legati ai frutti: il seme di Bastoni è collegato all’elemento Fuoco e rappresenta la volontà, la visione, i progetti, la proiezione di noi stesse nel futuro. E’ l’azione, il prendere un posto nel mendo, la determinazione. I Bastoni contengono tutti i semi delle nostre azioni.

Quindi, ad ogni parte della pianta corrisponde un seme dei Tarocchi: e non solo. Possiamo associare determinate piante ai vari semi delle carte, oppure trovare la pianta giusta per ogni Arcano Maggiore.

Il mazzo che vedi nell’immagine di copertina è quello di Nicoletta Ceccoli, edito da Lo Scarabeo. Un mazzo onirico, molto particolare, che puoi usare per ascoltare la voce delle piante. Puoi acquistarli sul loro sito, dove trovi anche il suo mazzo Oracolo!

SAMHAIN E LA FINE DELL’ANNO

La fine di Ottobre è un momento magico: il 31 si celebra la notte di Samhain, la discesa verso la parte più oscura dell’anno e quella dentro noi stessi.

Ma la fine di Ottobre è anche il momento giusto per terminare il raccolto, osservare bene tutto quello che abbiamo e goderselo. Ebbene si: può essere un ottimo momento per essere felici di tutto quello che abbiamo. Non voglio adesso partire per un discorso zuccheroso su quanto è importante essere felici di ciò che si ha e non voglio fare come Pollyanna, però vorrei che tu riflettessi su quanto spesso ignoriamo le piccole cose che, invece, contribuiscono a rendere importanti e preziosi i nostri giorni.

In autunno ci sono mille piccoli particolari di cui meravigliarsi: a partire dalla teiera sbreccata che ritiri fuori per il tè del pomeriggio, alle foglie che prendono infiniti colori, fino ad arrivare ai pomeriggi di sole condivisi con gli amici ed alla tua serie tv preferita che ricomincia.

Oggi voglio raccontarti come celebro il 31 Ottobre quest’anno: così da darti qualche ispirazione per questo giorno incantato.

Intanto tengo molto a specificare che Halloween, o Samhain appunto, è una festa che ha radici antiche. Come riporta Wikipedia:

Quando i Romani entrarono in contatto coi Celti, identificarono il Samhain con la loro festa dei morti (Lemuria) che era però celebrata nei giorni 9, 11 e 13 maggio. Con la cristianizzazione, per coerenza con tutte queste ricorrenze pagane, nel 835 venne istituita da Papa Gregorio III la festa delle reliquie cristiane prima dei santi apostoli, poi di tutti i santi il 1º novembre. Più tardiva di circa un secolo (998) invece, risulta l’istituzione della Commemorazione di tutti i defunti (2 novembre), questa volta grazie alla riforma di Oddone di Cluny. Oggi, nei paesi di cultura anglosassone si celebra la festa pagana di Halloween la quale, tuttavia, ha avuto una larga diffusione, negli ultimi anni, anche in paesi non anglosassoni.

Mia nonna mi dice che  quando lei era piccola qui in Toscana si intagliavano le rape, e dentro si metteva una candela per i morti, perché trovassero la via in questa notte.

Per il giorno di Samhain (questo nome così strano sembra venire dall’irlandese antico, e significa “fine dell’estate” – in effetti, è proprio così, ci addentriamo nella parte più fredda dell’anno) voglio farmi una lettura speciale con i miei Tarocchi: questo è un giorno molto indicato per utilizzare le carte, perché il velo sottile tra questo mondo ed i mondi di sogno, fatati o altri è più labile – e quindi la nostra intuizione è più accesa.

Sceglierò tre carte, una che mi dica che cosa bruciare nel falò dell’anno che sta finendo, l’altra che mi riveli che cosa ho raccolto di importante, e l’ultima che mi ispiri per il nuovo anno.

Voglio trovare il tempo per una passeggiata nel bosco, e raccogliere Rosa Canina e Solidago, castagne e foglie rosse e arancioni, per metterle sul mio altare, dove ci sono le foto di chi non è più con noi.

Conosci la Solidago? E’ quella bellissima pianta con i fiori a pannocchia, giallo oro, che sembrano piccole lance tese verso il cielo.

solidago virga-aurea+©cecilialattari

La Solidago è una pianta antinfiammatoria, antimicotica e diuretica. Significa che puoi usarla in oleolito come lenitiva, in estratto alcolico (tintura madre) contro le infiammazioni di gola e mucose, e come tisana per un effetto depurativo e diuretico.

Si può utilizzare in caso di tosse e catarro bronchiale, perché è antisettica e leggermente astringente sulle mucose. Insieme al Sambuco può essere usata per trattare le prime influenze. Come antinfiammatorio urinario viene utilizzata in caso di cistiti ed uretriti.

Non va utilizzata in caso di problemi renali senza la supervisione di un professionista; idem in caso di edema da insufficienza cardiaca.

Per il 31 Ottobre ti consiglio questa tisana speciale:

1 parte di Solidago  (Solidago virga-aurea)

1 parte di fiori di Sambuco (Sambucus nigra)

½ parte di cinorrodi di Rosa Canina

Puoi berla durante questo periodo, in caso di raffreddore, tosse o influenza. Ne metterai un cucchiaio per 250 ml di acqua, tenendo in infusione 15 minuti.

Io mi preparerò una tisana a base di Cannella, Arancia e  fette di Mela, e aspetterò il tramonto del 31 Ottobre. Prenderò un foglio e una penna e scriverò tutto quello che lascio andare, di questo 2017, e tutto quello che invece tengo nel cuore come un dono prezioso, che ogni giorno mi arricchisce.

Fammi sapere come celebrerai questa giornata così speciale!

AUTUNNO CON LENTEZZA

Si torna sempre a passi lenti.

Perchè ci vuole lentezza per raccogliere gli ultimi frutti dell’orto, i pomodori ed i fagiolini, ed intanto seminare le cime di rapa. Un tempo lento è quello della foglia che cade, che sembra sospesa, per attimi infiniti, prima di toccare terra. Ed è lento il sonno dei gatti, nuovi arrivi nella nostra famiglia composta più da animali che da umani. 

L’altra sera, in giro con Bambi ed Eva, nel mezzo dello spicchio arancione del tramonto, ho incontrato questi Cardi. Piccoli, fioriti, con il loro violetto che mi fa pensare ai sogni, alle ametiste ed a ciò che non si afferra- Diventeranno piccoli soffioni, per portare in giro il loro semi. Il Cardo è una pianta che nasce spinosa, dura, e si evolve fino a diventare morbida come il cotone.

Come puoi utilizzare le proprietà e le energie di questa pianta?

Trovo che sia una pianta molto indicata per l’autunno: le sue funzioni sono depurative e drenanti, preparano il terreno per l’inverno. E’ efficace utilizzata al cambio di stagione, perchè aiuta il fegato a rigenerarsi ed a detossinarsi. Viene utilizzato, specie il Cardo Mariano, in tisane e preparazioni destinata a proteggere il fegato, ma anche in tutti quei casi in cui ci sono problemi legati alla pelle (psoriasi o eczema, per esempio)  per la sua azione antinfiammatoria e depurativa.

I suoi fiori possono essere usati per far cagliare il latte: ecco che qui c’è un rimando alla tradizione delle fate o dei folletti, che per fare dispetti possono anche far cagliare il latte appena munto. E non solo: si dice che le foglie del Cardo Mariano siano screziate di bianco perchè macchiate da una goccia del latte di Maria mentre allattava Gesù Bambino. Una leggenda narra che il cardo coprì, con le sue foglie, la fuga di Maria e Giuseppe con il loro piccolo, mentre scappavano da Erode. 

Pianta di protezione, si dice che un suo capolino (capolino è il nome dei suoi fiori) in tasca protegge dalle maldicenze: e se bruci un fiore di cardo nel camino la notte di Capodanno proteggerai la tua casa.

Settembre è il mese in cui tutto riparte: per me è come il primo giorno dell’anno. Un periodo in cui le cose ricominciano, e nasce un nuovo ciclo. E’ a Settembre che facciamo la nostra lista di priorità, che ci iscriviamo al corso di yoga oppure che iniziamo a lavorare una coperta all’uncinetto (quest’ultimo è uno dei miei obbiettivi per l’autunno). E’ il mese dell’impegno che si ritrova e che si rinnova. Ho letto da pochi giorni un articolo molto bello che puoi trovare qui, che ha suscitato in me una riflessione importante. Ne ho fatto un post su Facebook, che ti riporto anche qui sotto:

Se non prendiamo una posizione netta contro il razzismo, l’ingiustizia sociale e la discriminazione siamo parte del problema. Noi siamo bianche; possiamo permetterci di pensare ad altro, diffondere luce e amore o dire che la politica non ci interessa. Le persone di colore che vivono qui non possono permetterselo, perché ogni giorno devono combattere con pregiudizi, attacchi, ingiustizie – e con un passato fatto di secoli di schiavitù.

Noi donne, erboriste, artiste, insegnanti e guide che lavoriamo con ciò che è femminile e sacro, saremmo sconvolte se ci fosse un partito che si batte per bruciare le donne come le streghe di un tempo.
Pensa a che cosa potrebbe accadere se esistesse un partito con questo pensiero. E pensa che per chi ha la pelle nera questo accade proprio adesso, anche qui da noi. Grazie ad individui come Donald Trump, ma anche come Salvini, questo sta di nuovo accadendo. Perché la discriminazione è qualcosa che deve iniziare a toccarti, anche se non sei tu quella che viene discriminata. Perché ognuna di noi, perché donna, bisessuale, nerd, troppo intelligente, vestita strana, lesbica, troppo-qualcosa, è stata discriminata. E perché quello che riguarda tutti riguarda anche te.

Io credo che tutte noi, donne bianche occidentali, abbiamo il dovere di parlare, di prendere una posizione netta contro il riaffacciarsi del pensiero razzista e discriminatorio.
Specie se seguiamo un sentiero legato al femminile e al sacro. 
Io rifiuto il privilegio di tacere, o di non dire la mia opinione perché può essere scomoda. Io dismetto il mio privilegio di donna bianca e occidentale, il privilegio del silenzio e del “parlare di qualcos’altro”.

Io, proprio perché donna e bianca e occidentale, mi sento chiamata in causa: avere la pelle bianca ed essere nata qui è solo un caso. 
Come dice Layla, la Dea non è qui per liberare solo le donne bianche. È qui per liberare tutte le donne.

Il Cardo protegge gli indifesi. Tutti quelli che scappano, che cercano riparo e protezione. Ti protegge, e protegge il tuo vicino. Ti insegna la compassione, il trasformare le spine in nuvole, ti libera dal veleno per far scorrere linfa nuova.

Se vuoi un’ispirazione in più, ricordati che il mio nuovo servizio LA TANA DELLA LUNA è in super sconto fino al 15 Settembre! Ti aspetto nei commenti per raccontarmi quali sono le tue ispirazioni di Autunno.

5 MINUTI DIY: DEODORANTE NATURALE

La tua bacheca Pinterest è stracolma di ricettine DIY da fare quando avrai tempo: crema per il corpo alla vaniglia, scrub al miele e limone, burrocacao al cioccolato…oltretutto, hai finito il deodorante!

Magari anche tu, come me, vuoi usare un deodorante naturale ma quelli che trovi in giro non ti soddisfano. Voglio condividere con te questa ricetta, che mi preparo da anni ormai! Non solo: la preparo a mia zia, a mia cugina, a mia nonna – le donne della mia famiglia si deodorano tutte con questa ricetta semplicissima. Il bello è che puoi prepararla velocissima, anche mentre sei appena uscita dalla doccia con l’asciugamano in testa e lo smalto da asciugare.

Io la preparo una volta al mese: ci metto cinque minuti e ho il deodorante naturale e profumato come voglio io. Ecco come puoi fare!

INGREDIENTI:

  • 6 cucchiai di bicarbonato di sodio
  • 6 cucchiai di amido di riso
  • 2 cucchiai di argilla bianca (facoltativa)
  • olio di girasole spremuto a freddo q.b.
  • 15-20 gocce di olio essenziale a scelta

COME SI FA:

  • Mescola gli ingredienti in polvere in un recipiente, poi aggiungi l’olio di Girasole fino a formare una cremina morbida, non troppo liquida. Se vedi che il composto è troppo morbido, aggiungi un altro cucchiaio di bicarbonato.
  • Scegli l’olio essenziale che ti piace di più: come deodoranti sono consigliati Limone, Tea Tree, Lavanda, Menta Piperita. Tu puoi provare anche altre essenze, se ti piacciono di più, e tentare anche alcuni mix: Limone&Lavanda, Lavanda&Mandarino, Menta&Pino Mugo e così via. Dovrai mettere in tutto una ventina di gocce.
  • Mescola bene e conserva in un barattolino di vetro. Puoi tenerlo in bagno, e applicarlo con le dita sotto le ascelle, come una crema.

VANTAGGI:

Non unge, non sporca ed è completamente naturale. Sai che cosa ci hai messo dentro. E’ divertente farlo, dà una grande soddisfazione, e funziona per tutto il giorno! Inoltre, scegli tu il profumo da mettere, in modo da creare la *tua* ricetta.

Che ne dici? Provaci, ci vuole davvero un attimo ed il risultato è assicurato!

Vieni a dirmi nei commenti come ti sei trovata, oppure fammi le domande che vuoi: ti rispondo qui!

Inoltre: nel mese di Giugno lancerò un Etsy Shop dove troverai qualche prodotto naturale realizzato da me, e un pdf sulla Cosmesi Selvatica: se vuoi essere avvisata dell’apertura dello shop e della pubblicazione del pdf, iscriviti alla lista che trovi qui!

 

RADICI: CON I PIEDI NELLA TERRA

Non sei così diversa da una pianta: come lei, hai radici che ti tengono a terra, che ti nutrono, che ti collegano alla memoria di ciò che è stato.

A me piace osservare le piante e prendere ispirazione da loro, proprio per capire qualcosa su me stessa: oggi esploriamo le radici, il loro significato, la loro valenza simbolica. Come può fare una pianta per insegnarti a resistere alle intemperie della vita? 

Vediamo che cosa sono, simbolicamente, le radici per una pianta:

Il fittone è la radice principale; può essere sviluppato, oppure no, andare in profondità oppure restare più in superficie. Il fittone mi fa pensare alla capacità della pianta di essere quella che è, di radicare – appunto –  la sua personalità nella terra. Il fittone è anche segno di volontà: è la prima radice a spuntare dal seme – dice ehi, ci sono, sono qui, voglio esserci!

A volte le piante che hanno un fittone importante sono comunque poco attaccate alla terra: si sradicano facilmente, vengono via con foglie, radice, tutto. Questo potrebbe essere sintomo di uno scarso attaccamento alle cose della vita, alla materia.

  • per te, il fittone potrebbe essere la capacità di andare a fondo nelle cose. Cosa ti spinge ad approfondire? Cosa vorresti esplorare in tutte le sue sfaccettature? Io mi sto dedicando alla figura di Artemide, in questo momento – sto preparando un servizio davvero speciale che uscirà a Settembre, e Artemide mi è di ispirazione. Spesso ciò che ti ispira ti radica in te stessa!

Le radici secondarie sono le parti radicali che esplorano il territorio, vanno alla ricerca di acqua e di nutrimento, e si incontrano con gli altre radici. Le piante comunicano tra di loro, anche attraverso le radici secondarie. Sono una delle parti sociali della pianta, ed è interessante osservare come sono sviluppate, e se vanno a cercare le piante vicine oppure no. Può dirti molto sul carattere della pianta che hai di fronte.

  • e tu, curi le tue radici secondarie? Come sono le tue relazioni? A volte ci troviamo in difficoltà; le relazioni importanti possono finire e abbiamo paura di non ricevere più il nutrimento necessario per la nostra felicità. Eppure, basta cambiare direzione, qualche volta, osservare chi ci sta intorno e allungare le nostre radici secondarie fino a stringere nuove mani, legami, amori

Infine, le radici rizomatose, che altro non sono radici modificate (hai presente la patata? Ecco, è una radice-rizomatosa) come dispensa di energia e nutrimento per la pianta. E’ il posto sicuro, la casa, quel luogo dove trovi sempre tutto quello che vuoi, e che ti nutre (il mio rizoma sono le sale da tè, le librerie e la cucina di mia nonna).

  • sai dove puoi trovare sempre qualcosa che ti fa bene? Cerca il tuo rifugio, celebralo, fatti nido e ascolta i tuoi bisogni. Concediti quella cosa che ti piace un sacco, anche se è super calorica. Metti il rossetto rosso, oppure quel vestito a fiorellini che tieni solo per le serate speciali. Trova il tuo perfect place, il tuo rizoma!
Avevi mai pensato che le radici avessero così tanto da dire? Raccontami nei commenti che cosa ne pensi!

Se vuoi sperimentare la profondità della radice e lo sbocciare del fiore, ti ricordo che Sabato 20 Maggio si terrà il lab DALLA RADICE AL FIORE: qui trovi tutte le info!

 

 

 

ELEMENTI: ARIA, ACQUA, TERRA, FUOCO (IN TE E NELLE PIANTE)

Le piante sono in stretta connessione con gli elementi naturali: proprio come noi!

Aria, acqua, terra e fuoco sono i quattro elementi dentro ai quali viviamo, respiriamo, creiamo, mettiamo semi per il futuro.  Sai che le piante portano i dei segni riconoscibili della loro funzione? Un esempio molto semplice  puoi trovarlo nelle noci: a ben guardare, che cosa ti sembrano? Un cervello, proprio così! In effetti, la loro forma ricorda la loro funzione – le noci contengono sostanze utili per il funzionamento delle sinapsi, e del nostro organo cerebrale.

La pratica di ricercare questi simboli nelle piante si chiama signatura: trovare un segno nella natura, che indichi all’uomo per cosa è utile quella pianta. Ecco che tutto intorno a te ci sono rebus da risolvere, significati da ricercare come in una caccia al tesoro.

Ogni pianta è associata ad un elemento principale: proprio grazie a questa associazione puoi capire qualcosa in più sulla sua azione.

Per esempio, una pianta associata all’elemento Acqua servirà per rinfrescare e lenire, e per portare conforto; una pianta collegata al Fuoco sarà una pianta energetica, vitale, piccante.

Ecco come puoi suddividere le piante per elemento, e come puoi capire qualcosa in più di loro (e quindi anche di te stessa):

Le piante di Acqua sono tutte quelle piante che hanno una parte di mucillagine o di gel; servono per addolcire, per curare, per sfiammare. Sono piante rinfrescanti, dolci, piante da coccola. Per esempio, la Malva, l’Aloe, la Bardana – sono tutte piante collegate a questo elemento. Sono piante che puoi usare per portare amore, cura, ascolto. 

Quando agisci sotto all’elemento Acqua? Quando sei accogliente, quando sai ascoltare, quando porti cura e comprensione.

La Regina associata a questo elemento è la Regina di Coppe.

Le piante di Fuoco sono piante solari, di solito dai colori caldi, che hanno un forte legame con il Sole oppure con Marte, Sono piante urticanti, a volte, oppure piccanti – ma possono essere anche piante che curano le scottature, che portaon gioia, che aprono il cuore. Alcune piante di Fuoco sono l’Ortica, l’Iperico, l’Elicriso. Sono piante che hanno un’azione ricostituente, antidepressiva, catartica.

Sei sotto l’elemento Fuoco quando agisci, decidi, sei mossa dalla passione. La Regina associata a questo elemento è la Regina di Bastoni.

Le piante di Aria sono quelle più comunicative: ti raggiungono con il loro profumo, spesso balsamico, e hanno un’azione indirizzata sulle vie respiratorio, principalmente, oppure sul sistema nervoso.  Sono piante che amano viaggiare, che si espandono, che ti raggiungono facilmente. Per esempio la Menta, il Tarassaco, la Lavanda. Portano pace, capacità di analisi, lucidità, scambio.

Sei Ariosa quando progetti, comunichi, ti apri all’incontro con l’altro, scrivi, dipingi, canti…la Regina qui è la Regina di Spade.

Le piante di Terra sono piante governate da Saturno: essenziali, sia nella linea che nei costituenti, nutrono, remineralizzano, danno struttura, riuniscono. Agiscono sulle ossa, sulla pelle, sui capelli; sono piante di Terra la Consolida, l’Equiseto, il Cipresso. Servono a ricordarci da dove veniamo, quali sono i nostri antenati, e ci spingono ad eliminare il superfluo mantenendo l’essenziale.

Sei di Terra quando cucini, nutri, quando riscopri le tue radici, quando onori i tuoi antenati. La Regina è la Regina di Bastoni.
Che rapporto hai, tu, con gli elementi naturali? Scrivimelo nei commenti, che ne parliamo!

LUNARIA ANNUA: L’ELEGANZA DELLA LUNA

La Lunaria è quella pianta che adesso porta fiera i suoi fiorellini color indaco:

a breve si trasformeranno in frutti, le silique che sembrano monete o piccole lune piene. Questa pianta viene chiamata Erba Luna, Lunaria, Monete del Papa; ho scoperto adesso che in inglese viene chiama Honesty, onestà.

Te ne parlo perchè voglio farti conoscere più da vicino alcune piante spontanee, come se fossero piccole celebrità: secondo me le piante possono ispirarci, così come farebbe un personaggio di un libro, un’artista, una fiaba. Voglio presentartela attraverso le sue proprietà, i suoi usi legati al sapere popolare, la sua corrispondenza sottile con i pianeti, il suo messaggio nascosto.

E’ una pianta che appartiene alla famiglia dei cavoli: lo avresti mai detto? Eppure è così; fa parte della famiglia delle Crucifere, o Brassicaceae, così come la senape, il cavolo verza…Infatti si mangia! Ed è davvero molto buona. puoi raccogliere le cime della pianta prima che fiorisca, e scottarle in padella come faresti con le cime di rapa. I fiori, dal colore violetto, sono commestibili e puoi utilizzarli per decorare le tue insalate (raccogli sempre in luoghi non inquinati, mi raccomando!).

Lunaria cresce spontanea, e colora di indaco-violetto i cigli delle strade – il suo colore si fonde con quello del tramonto, e rivela la sua connessione profonda con la Luna, l’intuizione, la capacità di essere ciò che si è, anche se lunatica.

Il nome glielo ha donato la Luna;

forse per la forma dei suoi frutti, che sembrano piccole lune piene, quando si sfogliano e perdono i semi. Sono molto utilizzati per creare bouquet raffinati – vengono anche chiamate Medaglie del Papa, o Monete del papa. C’è quindi un rimando alla ricchezza, che la pianta porta nella sua stessa essenza. I suoi frutti sono dischi argentati, che cambiano colore sotto la luce lunare, riflettendola nel sottobosco.

Come può darti ispirazione? Intanto, parti dal suo colore e scegli un accessorio che lo rifletta. Verde e violetto, oppure argento e bianco; questi sono i colori della pianta. Io vedo in lei quello che raccontano i libri che parlano del linguaggio dei fiori; onestà, capacità di essere coerente con ciò che si è – Lunaria brilla di luce propria, perchè conosce profondamente la sua anima, sa quello che vuole, ti insegna a tornare a casa.

Le sue monete mi ricordano le fiabe; Pinocchio seppellì delle monete d’oro, perchè dovevano dare frutti preziosi, Lunaria fa proprio questo. Se seppellisci le sue monete, ti dona piante eleganti, protese verso il cielo,  dal colore intenso e vibrante.

E’ ricca di vitamina C, ha buone proprietà diuretiche, ed è una pianta spontanea decisamente da rivalutare. E poi, pensa: se la incontri alla fine dell’estate puoi raccogliere una Luna e tenertela in tasca. Non è una vera e propria magia?

Vieni a raccontarmi nei commenti la tua esperienza con la Lunaria:

e se vuoi saperne di più su Erbe&Intuizione, non perderti la nuova edizione del corso, che sarà online alla fine di Aprile! Qui trovi tutte le informazioni.

 

 

 

BALCONE: 5 MODI PER RENDERLO DAVVERO WILD

E’ primavera, e ti ritrovi spesso con il naso all’insù ad osservare il balcone fiorito della tua vicina?

Anche se vivi in città, puoi portare uno spicchio di prato proprio sul tuo davanzale; se ami stare su Pinterest a guardare foto di terrazze splendide e rigogliose, e vorresti che anche il tuo davanzale ti salutasse la mattina con qualche fiorellino, sappi che  tutto questo è possibile! Non solo; se segui i miei consigli avrai il balcone più wild di tutto il vicinato.

Balconi e davanzali, terrazzini e verande, sono uno dei miei luoghi preferiti.

Sono piccoli giardini resistenti, che spuntano in città. Mia nonna ha sempre avuto un balcone technicolor:aveva uno splendido giardino, stracolmo di rose, e sulla finestra della cucina potevi vedere un’esplosione di vasi, vasetti, piantine colorate, innesti in preparazione, talee e bricchi sbreccati che ospitavano bulbi e ciclamini.

Ho imparato da mia nonna a tenere un balcone creativo, e voglio condividere con te qualche ispirazione!

Piante in barattolo: puoi utilizzare i barattoli della marmellata, dello yogurt o delle conserve per creare vasetti di recupero molto anticonvenzionali.

L’aloe e tutte le piantine grasse vivono molto bene in questo tipo di vaso – puoi metterle anche in bicchieri sbreccati, che ti piacciono e che non vuoi buttare via. Metti la piantina con il suo vaso di plastica e la sua terra dentro al barattolo, e poi ricoprilo di sabbia fine (la trovi nei negozi di giardinaggio). Ecco fatto!

Primule in tazza: le primule sono uno dei fiori simbolo della primavera, e non possono mancare sul tuo wild-davanzale.

Comprane qualche vasetto, poi mettile, con il vaso ed il terriccio, dentro ad una tazza oppure ad una ciotola di ceramica. Per un davanzale a prova di Cappellaio Matto!

Mangia i tuoi fiori: puoi coltivare sul balcone il Nasturzio (Tropaeolum).

Ti donerà fiori colorati e foglie psichedeliche (sembrano piccoli mandala).La cosa bella è che li puoi mangiare! Sono buonissimi, sanno di rucoletta, leggermente piccanti.  Semina in marzo-aprile in cestini sospesi, perchè al Nasturzio piace arrampicarsi, e fatti sommergere da una cascata di fiori.

Insalatina? Si, grazie! 

Vanno benissimo contenitori di recupero, purchè stiano sul tuo davanzale: vaschette per la frutta, contenitori del gelato, e tutto quello che ti suggerisce la tua fantasia. Anche i vasi di terracotta bassi e rotondi sono bellissimi, e li puoi portare direttamente in tavola! Semina in primavera, e scegli l’insalatina da taglio come la rucola o la misticanza. Aspetta che cresca e poi sgranocchiala.

Welcome butterflies: ospita sul tuo balcone piante e fiori che attirano le farfalle

Per contribuire all’impollinazione e per perderti nei loro voli coltiva  Origano, Timo, Pisello odoroso, Nasturzio, Lavanda, Menta…si, puoi usarle anche per cucinare!

Che ne dici? Ti ho dato delle buone idee? Adesso sta a te: se vuoi condividere con me la foto del tuo balcone spettinato, usa l’hashtag #balconewild così posso trovarti! Non dimenticarti di raccontarmi nei commenti del tuo balcone selvaggio.

Se vuoi saperne di più su piante, fiori e incontri di Primavera, qui trovi il mio ultimo ebook, tutto dedicato a questo argomento.